La cappella della pace attraverso i secoli

In via San Giovanni Maggiore Pignatelli, antico cardo della Napoli greco romana, vi è la chiesa che fu sede dell’antica confraternita francescana di San Bonaventura. La piccola chiesa, di età angioina, era in origine dedicata a San Ludovico di Tolosa, fratello di re Roberto d’Angiò, e non può escludersi che  sia stato lo stesso re a fondarla, in memoria del fratello.

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L’impianto dell’edificio è assai singolare in quanto costituisce, secondo Roberto Pane l’unico esempio di struttura ogivale trecentesca con due ambienti sovrapposti, quello superiore occupato da una palestra di una scuola privata è stato alterato e i costoloni delle volte sono stati scalpellati. L’erezione di questa piccola chiesa si deve quindi inserire in quel clima di fervore religioso che caratterizzò il regno di Roberto d’Angiò (1309-1343) che come suo padre Carlo II si fece promotore e protettore del francescanesimo a Napoli. Il suo guelfismo moderato e la sua sostanziale autonomia dalla chiesa di Avignone si affermarono soprattutto a proposito del contrasto tra papa Giovanni XXII e i Francescani spirituali i quali godevano anche della protezione della regina Sancha, seconda moglie di Roberto. Sollecitato da Sancha, Roberto fece costruire il monastero e la chiesa di Santa Chiara, sotto la direzione dell’architetto Gagliardo Primario tra il 1310 e il 1328.

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In questa atmosfera si colloca quindi la nascita di questa piccola cappella, significativamente a ridosso della grande insula conventuale di Santa Chiara. Ludovico di Tolosa santo titolare della chiesa, nel 1294 prese gli ordini, rinunciando così alla successione dinastica  e stringendo contatti con Pietro Olivi ideologo del movimento spirituale. Nel 1296, allorché gli venne concesso l’arcivescovado di Tolosa, Ludovico chiese a papa Bonifacio VIII di prendere contemporaneamente il saio francescano e il papa glielo consentì, a condizione di pronunciare i voti segretamente, mentre solo tempo dopo potè ripetere i voti pubblicamente. Egli aderì pienamente alle dottrine pauperistiche della parte spirituale e intensificò i suoi costumi di povertà ed è significativo che papa Bonifacio VIII si rifiutò di avviare il processo di beatificazione di  Ludovico, proclamato santo nel 1317 da Giovanni XXII.

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All’inizio del XVIII secolo nella cappella si stabilì la confraternita di San Bonaventura, formata da cittadini benestanti, mercanti e Capi d’arte, costituitasi nel 1607 con la finalità di seguire le orme del francescanesimo. Prima sede dell’arciconfraternita fu l’attuale chiesa dell’ Ecce Homo in Largo S. Maria dell’Aiuto, nel 1671  il sodalizio si insediò nella chiesetta del SS. Salvatore in piazza Larga della Loggia, per poi trovare sede stabile nella nostra cappella dopo aver acquistato il diritto di patronato dalla famiglia Carafa.

Nell’ambiente di proporzioni contenute spicca la bella pala sull’altare maggiore, raffigurante la Madonna tra Angeli e i Santi Francesco Bonaventura e Ludovico d’Angiò è assegnata alla bottega di Fabrizio Santafede, attivo dalla fine degli anni settanta del Cinquecento al 1625, che aprì il suo linguaggio controriformato alle suggestioni del caravaggismo. Altri motivi di interesse sono costituiti da un elemento di un polittico cinquecentesco raffigurante San Francesco che riceve le stimmate, e dalla tela con il Cristo Crocifisso che è una rielaborazione da un nobile modello, il crocifisso che Michelangelo eseguì per Vittoria Colonna, un disegno che ebbe una grande influenza sui michelangioleschi del Cinquecento, ispirando tra l’altro la Crocifissione di Marco Pino nella chiesa dei Santi Severino e Sossio. Nel 1778 furono eseguiti dei rifacimenti che alterarono l’aspetto originario della cappella, a quest’epoca deve riferirsi il bel pavimento maiolicato.

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Negli ultimi decenni la chiesa di San Bonaventura ha ospitato Pax Christi, movimento cattolico internazionale impegnato sui temi della pace e della nonviolenza e il Centro studi per la Difesa Popolare Nonviolenta, diretto da Antonino Drago. Oggi la piccola chiesa è sede dell’Associazione Claudio Miccoli per la diffusione di una cultura nonviolenta e ambientalista.

La Chiesa è aperta ai visitatori in occasione del Maggio dei Monumenti.